Stile Luigi XIV

La Reggia di Versailles (1661–1710)

Lo stile Luigi XIV o in francese Louis Quatorze (lwi katɔʁz), chiamato anche classicismo francese, era lo stile architettonico e delle arti decorative che intendeva glorificare la figura di Luigi XIV di Francia e il suo regno. Esso rappresentava la maestà, l'armonia e la regolarità. Divenne lo stile ufficiale nel corso del regno di Luigi XIV (1643–1715), imposto agli artisti dalla nuova Académie royale de peinture et de sculpture e dall'Académie royale d'architecture. Ebbe un'importanza fondamentale sui modelli architettonici prescelti poi da altri monarchi europei, da Federico il Grande di Prussia a Pietro il Grande di Russia. I principali architetti del periodo furono François Mansart, Jules Hardouin Mansart, Robert de Cotte, Pierre Le Muet, Claude Perrault e Louis Le Vau. Tra i monumenti principali si ricordano la Reggia di Versailles, il Grand Trianon di Versailles e la chiesa de Les Invalides (1675–91).

Lo stile Luigi XIV si articola in tre periodi. Nel primo periodo, che coincide con la giovinezza del re (1643-1660) e la reggenza di Anna d'Austria, l'architettura e l'arte vennero ancora fortemente influenzate dal precedente stile Luigi XIII e dal barocco italiano. Questo periodo vide l'inizio del classicismo francese, in particolare nelle prime opere di François Mansart, come il castello di Maisons (1630–51). Durante il secondo periodo (1660-1690), sotto il governo personale del re, lo stile architettonico e decorativo divenne più classico, trionfante, lussuoso ed è degnamente espresso dalla reggia di Versailles, nei progetti dapprima di Louis Le Vau e poi Jules Hardouin-Mansart.[1] Sino al 1680, il mobilio fu massiccio, decorato con profusioni di sculture e dorature. Nell'ultimo periodo, grazie allo sviluppo della marquetrie, i mobili vennero sempre più decorati con differenti colori e differenti legni. Uno dei più noti maestri mobilieri di questo periodo fu indubbiamente André-Charles Boulle.[2] L'ultimo periodo dello stile Luigi XIV, compreso tra il 1690 ed il 1715, è chiamato "periodo di transizione"; esso venne influenzato dalla figura di Hardouin-Mansart e dal progettista per le feste e le cerimonie del re, Jean Bérain il Vecchio. Il nuovo stile si presentava come una forma più leggera e con una maggiore libertà e fantasia di linea, grazie in parte all'uso di ferro battuto come decorazione, come pure l'uso dell'arabesco, della grottesca e dei disegni à coquille che continuarono poi ad essere utilizzati anche nello stile Luigi XV.[3]

  1. ^ (FR) Robert Ducher, Caractéristique des styles, 1988, p. 120
  2. ^ (FR) Renault, Lazé, Les Styles de l'architecture et du mobilier, Paris, Editions Jean-Paul Gisserot, 2006, pp. 54–55.
  3. ^ Ducher, op. cit., 1988, p. 120

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